venerdì 15 febbraio 2013

L'illusione di poter scegliere


Provate ad alzare un dito, decidendo liberamente se alzare il destro o il sinistro. Un secondo prima della vostra decisione niente e nessuno potrebbe prevedere quale dito alzerete, giusto? Ne andrebbe della vostra libertà, se scoprirete che l'esito della vostra decisione può essere previsto già prima che voi decidiate? Lo studio della natura però ci insegna che nulla avviene senza una causa, e in generale il mondo è deterministico, cioè il futuro è determinato dallo stato di cose precedenti. Quindi un'osservazione precisa dello stato del mondo potrebbe permetteredi prevedere in anticipo anche l'esito di quella che ci sembra una libera decisione. Come si conciliano determinismo e libertà della scelta?
Il conflitto fra la necessità che osserviamo reggere la Natura e la nostra sensazione di essere liberi, è il problema del libero arbitrio. Una possibile soluzione del problema è presentata in una delle più belle pagine della filosofia di tutti i tempi: la Seconda Proposizione, e il relativo "Scolio" (commento), nella parte terza dell'Etica di Baruch Spinoza.
Secondo Spinoza, mente e corpo non sono entità differenti. Sono due modi di descrivere e concepire la stessa entità, ed entrambe sono guidate dalla necessità. Ma allora da dove viene l'illusione che le nostre scelte siano "libere". La risposta di Spinoza è semplice e folgorante: viene dal fatto che ignoriamo le cause complesse che ci hanno portato alla scelta. "Libero arbitrio" è il nome che diamo alle nostre azioni delle cui cause non siamo consapevoli. Spinoza osserva che la complessità del nostro corpo (oggi diremo del nostro cervello) è molto grande. Se potessimo conoscere in dettaglio il funzionamento, vedremo che prima della "libera" decisione, era già in corso una catena di eventi fisici che poteva avere un esito solo.
Oggi, trecentocinquant'anni più tardi, esperimenti recenti nel campo della neuroscenza vengono a portare un sostegno inaspettato alle idee di Spinoza, aprendo un dialogo serrato e affascinante tra filosofia e neuroscienziati.
Il primo esperimento di questo genere è stato realizzato da John Dylan Haynes al Centro Bernstein per la Neuroscienza Computazionale di Berlino, e i risultati sono stati pubblicati nella rivista "Nature Neuroscienze" Haynes ha usato la risonanza magnetica funzionale, cioè la macchina che fotografa l'attività elettrica del cervello, per osservare l'attività celebrale di diverse persone mentre decidono. i soggetti dell'esperimento dovevono scegliere liberamente se schiacciare un pulsante a destra oppure uno a sinistra. Il risultato sorprendente è che l'osservazione dell'attività celebrale precedente al momento della decisione permette di prevedere in anticipo qualr decisione verrà presa. Un anticipo che arriva fino a quasi una decina di secondi. In altre parole, nel momento in cui voi decidete "liberamente" se alzare il dito destro o quello sinistro, dentro il vostro cervello la decisione è già determinata dalla biochimica, a vostra insaputa, da almeno una decina di secondi. Sembra che succeda esattamente quello che Spinoza aveva ipotizzato: la sensazione di prendere una decisione consapevole appare non essere altro che un effetto psicologico successivo agli eventi biochimici che hanno già determinato l'esito della decisione. Patrick Haggard neuroscienziato all'University College di Londra, commenta così: "Pensiamo di scegliere, ma in realtà non scegliamo nulla".
Ma se il libero arbitrio è illusorio, cosa resta, per esempio, della responsabilità individuale? Se chi commette un crimine non ha deciso liberamente, dovremmo dovremmo trattenerci dal punirlo? La risposta, ovviamente è no. Il punto più importante, io credo, è il fatto che la nozione di libero arbitrio resta utile proprio perchè non conosciamo le cause microscopiche complesse del nostro comportamento. Il nostro comportamento è di fatto imprevedibile, per la complessità se non anche per gli aspetti quantistici e caotici, della nostra biochimica. La nozione di scelta libera, anche se è una nozione approssimata e basata sull'ignoranza delle cause, resta quindi lo stesso la più efficace per pensare a noi stessi, come voleva appunto Spinoza. Ma tutti noi... anche se messi di fronte all'evidenza di una macchina che prevede in anticipo quale dito decideremo di alzare, possiamo davvero accettare facilmente che il nostro caro libero arbitrio sia in fin dei conti un'illusione? Oppure siamo troppo attaccati al nostro orgoglio di decisori, alla retorica della libertà dello spirito, per accettare l'idea? Spinoza stesso, ci suggerisce la risposta: "Stento a credere che gli uomini possono indursi a riflettere su tutto ciò con equanimità, così fermamente sono persuasi che solo per solo comando della mente il corpo ora si muova ora sia fermo..."

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