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Chiedi come mi sia arrivata questa notizia, chi mi abbia raccontato
i tuoi pensieri, che tu non avevi confidato a nessuno? Lo ha fatto chi sa
tutto, la voce pubblica. "Come? sono così importante da suscitare le
chiacchiere della gente?" Non devi misurarti in base a Roma, ma al luogo
in cui risiedi. Tutto quello che si distingue da quanto lo circonda, è grande
in quell'ambito; la grandezza non ha una misura determinata: il confronto la
innalza o la diminuisce. Un'imbarcazione che sul fiume sembra grande, diventa
piccola in mare; un timone, grande per una nave, è piccolo per un'altra. Ora tu
in provincia, anche se ti sminuisci, sei grande. La gente vuol sapere, e sa,
che cosa fai, come pranzi, come dormi: devi perciò vivere con più cautela.
Ritieniti felice solo quando potrai vivere in pubblico, quando le pareti serviranno
a ripararti, non a nasconderti; di solito, invece, pensiamo di averle intorno
non per una nostra maggiore sicurezza, ma per nascondere meglio i nostri
peccati. Ti dirò una cosa dalla quale potrai giudicare la nostra moralità: non
ti sarà facile trovare uno in grado di vivere con la porta aperta. I guardiani
di fronte alle porte di casa non ce li ha fatti mettere la superbia, ma la
nostra cattiva coscienza: viviamo in modo tale che essere visti all'improvviso
significa essere colti in fallo. Ma a che serve nascondersi ed evitare gli
occhi e le orecchie del prossimo? La buona coscienza chiama a sé la gente,
quella cattiva è ansiosa e preoccupata anche in solitudine. Se le tue azioni
sono oneste, le sappiano tutti; se vergognose, che importa che nessuno le
conosca, se tu le conosci? Povero te, se non tieni conto di questo testimone!
Addio.
Seneca lettera 43 libro V
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