lunedì 11 febbraio 2013

Vivi sempre come se tutti ti osservassero

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Chiedi come mi sia arrivata questa notizia, chi mi abbia raccontato i tuoi pensieri, che tu non avevi confidato a nessuno? Lo ha fatto chi sa tutto, la voce pubblica. "Come? sono così importante da suscitare le chiacchiere della gente?" Non devi misurarti in base a Roma, ma al luogo in cui risiedi. Tutto quello che si distingue da quanto lo circonda, è grande in quell'ambito; la grandezza non ha una misura determinata: il confronto la innalza o la diminuisce. Un'imbarcazione che sul fiume sembra grande, diventa piccola in mare; un timone, grande per una nave, è piccolo per un'altra. Ora tu in provincia, anche se ti sminuisci, sei grande. La gente vuol sapere, e sa, che cosa fai, come pranzi, come dormi: devi perciò vivere con più cautela. Ritieniti felice solo quando potrai vivere in pubblico, quando le pareti serviranno a ripararti, non a nasconderti; di solito, invece, pensiamo di averle intorno non per una nostra maggiore sicurezza, ma per nascondere meglio i nostri peccati. Ti dirò una cosa dalla quale potrai giudicare la nostra moralità: non ti sarà facile trovare uno in grado di vivere con la porta aperta. I guardiani di fronte alle porte di casa non ce li ha fatti mettere la superbia, ma la nostra cattiva coscienza: viviamo in modo tale che essere visti all'improvviso significa essere colti in fallo. Ma a che serve nascondersi ed evitare gli occhi e le orecchie del prossimo? La buona coscienza chiama a sé la gente, quella cattiva è ansiosa e preoccupata anche in solitudine. Se le tue azioni sono oneste, le sappiano tutti; se vergognose, che importa che nessuno le conosca, se tu le conosci? Povero te, se non tieni conto di questo testimone! Addio.

Seneca lettera 43 libro V

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