Che cosa ho imparato della filosofia?
Che la filosofia conta ancora. Che non è
un’attività ultraterrena condotta da un piccolo gruppo di individui, chiusi in
inaccessibili ragionamenti. O invece è proprio così?
Indubbiamente, la filosofia, per buona
parte della sua lunga storia, è stata attività accademica. L’accademia di
Platone fu istituita per portare avanti le dottrine di Socrate. La filosofia è
tra le altre cose, quell’attività viva di riflessione critica in un contesto
specifico attraverso la quale gli esseri umani si sforzano di analizzare il
mondo in cui si trovano e di mettere in discussione ciò che passa per senso
comune o pubblica opinione (quella che Socrate chiama doxa) nella società in
cui vivono. La filosofia analizza è incalza l’opinione pubblica ponendo
interrogativi fondamentali: “Che cos’è la conoscenza?”; “Che cos’è l’amore?”.
La speranza che c’è dietro è che le
considerazioni suscitate da queste domande universali producono, tramite
indagini e argomentazioni, un effetto educativo o addirittura emancipativi. La
filosofia, per citare la definizione di Stanley Cavell, è l’educazione degli
adulti.
A mio parere la filosofia deve far parte
della vita di una cultura. Deve coinvolgere l’opinione pubblica e influenzare
il modo in cui una cultura dialoga con se stessa, parla con le altre culture e
cerca di comprenderle. È molto gratificante vedere fiorire questa ricerca
nell’agorà odierna, l’agorà virtuale, coinvolgendo e abbracciando lo spazio
pubblico elettronico.
Alla società, la filosofia può offrire un
metodo per sfatare i tanti miti e ideologie che regolano la nostra vita e per
proporre schemi concettuali alternativi. Hegel dice che la filosofia ci
consente di comprendere con il pensiero la nostra epoca. Ma può anche farci resistere alla nostra epoca, di
porre domande inopportune, difficili, scomode.
Nietzsche dice: “Che cosa chiede un
filosofo a se stesso innanzitutto? Di superare in se stesso il proprio tempo,
di diventare “senza tempo” […] Ma io l’ho capito, vi ho resistito. Il filosofo
che è in me vi ha resistito.”
Fare filosofia non è fare politica. La
filosofia non è riconducibile al business della politica. Ma la filosofia può
occupare uno spazio importante, in rapporto alla sfera pubblica, osservandola e
mettendo in evidenza qualcuna delle sue illusioni e certe sue ombre scambiate
per cose vere. La filosofia non è un attività solitaria di gente che rumina e
cogita per conto proprio. Nel mondo antico la filosofia era un’attività
collettiva condotta nell’accademia di Platone, nel Liceo di Aristotele, nel
giardino di Epicureo o all’ombra dei portici della Stoà.
Il vero dialogo è cambiare idea.
(Simon Critchley)
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